Lettera al Sig. Presidente della Regione Calabria sul Piano di rientro

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Lettera al Sig. Presidente della Regione Calabria sul Piano di rientro

Vibo Valentia, li 10/11/2011

prot. n° 186

Ill.mo Sig. Presidente della Regione Calabria

Oggetto:  Lettera al Sig. Presidente Scopelliti sul Piano di rientro.

Caro presidente,

il Consiglio dell’Ordine dei Medici della provincia di Vibo Valentia in seguito alla ventilata chiusura della U.O. di Oncologia operante nell’Ospedale di Tropea dopo ampia e approfondita analisi riguardante lo stato della Sanità in questa Provincia ritiene non più rinviabile e procrastinabile la richiesta di un incontro con la S.V.Ill.ma , per evidenziare le gravi preoccupazioni emerse nel dibattito, anche in relazione alle iniziative annunciate in itinere e già intraprese riguardanti in generale l’assistenza sanitaria della nostra  provincia in relazione alle prescrizioni contenute nel Piano di Rientro.

La situazione che si è creata nella nostra provincia all’indomani del Decreto 106 del 20/10/2011 è inaccettabile.

La nostra provincia viene discriminata, oscurata e ulteriormente marginalizzata.

L’ASP di Vibo ha 222 posti letto per acuti pari all’1,327 per mille nel pubblico e allo 0,131 per mille nel privato per un totale di 1,458 P. L. per 1000 abitanti laddove la provincia di CZ ha il 3,38 per mille.

Il criterio usato nella organizzazione sanitaria regionale consistito nel risuddividere la nostra regione in tre grandi macroaree geografiche: l’area Nord che corrisponde alla provincia di Cosenza, l’area di Centro che corrisponde alla vecchia provincia di Catanzaro e l’area Sud che corrisponde alla provincia di Reggio Calabria, penalizza fortemente la provincia di Vibo Valentia, che come quella di Crotone, rientra nell’area di Centro.

Nel dibattito approfondito e circostanziato sono emerse come queste misure recitano il De Profundis definitivo e senza ritorno di quel poco che rimane della sanità provinciale dove si assiste oramai al definitivo tracollo strutturale, di risorse umane e di tecnologie riguardanti sia le strutture ospedaliere che l’intero territorio.

Infatti a suffragare queste preoccupazioni vi è la chiusura di Ospedali, accorpamenti e trasferimento di interi reparti, il fermo dei lavori di ristrutturazione e di messa a norma dei presidi ospedalieri e di interi reparti e servizi, mentre si attende, oramai, con rassegnazione l’avvio dei lavori per la costruzione del Nuovo Ospedale.

Altresi è emersa con grande preoccupazione per le ovvie ricadute sanitarie e assistenziali la penuria delle risorse umane.

In particolare sono state segnalate a quest’Ordine la scarsa dotazione organica di Medici ed infermieri in alcune divisioni, con il relativo sovraccarico di lavoro per  queste figure sanitarie che indefessamente continuano ad operare sebbene il rischio personale e clinico permanga elevato. Sarebbe quindi, oltremodo, urgente e improcrastinabile bandire i concorsi per le figure sanitarie carenti, sia medici che infermieri, cosi come è avvenuto per altre strutture sanitarie di altre province calabresi.

Non meno grave e preoccupante è l’analisi dell’offerta dei servizi sanitari territoriali dove a fronte di una rete capillare dei Medici di Medicina Generale che, anche nelle zone rurali e poco popolate, assicurano presenza e assistenza sanitaria, nonché a fronte delle postazioni di Guardia Medica che garantiscono quella continuità sanitaria e assistenziale, facendosi molte volte carico di prestazioni appartenenti ad altre figure professionali, a favore soprattutto della popolazione anziana e fragile, si assiste ad una carenza di mezzi, strutture, strumentazioni ed apparecchiature necessarie ed insostituibili per un servizio sanitario efficiente.

Ad allarmare ulteriormente, a sfiduciare e a creare allarme sociale per un evidente abbandono relativamente ai servizi sanitari offerti nella provincia è la ventilata chiusura della U.O. di Oncologia operante nell’Ospedale di Tropea, notoriamente sentita e percepita come un servizio di qualità; unità operativa diretta e condotta grazie alla abnegazione delle figure mediche e assistenziali.

Dalla lettura del Decreto si rileva infatti che l’oncologia rimane presente a Crotone e a Lamezia con 10 posti letto per città, è presente in tutti gli altri ospedali spoke della Calabria e nei i 3 HUB, mentre scompare solamente a Vibo.

Infatti leggendo il Decreto si nota che “… In particolare, insistendo nella città di Catanzaro il Policlinico Universitario Mater Domini, il polo oncologico della Fondazione Campanella e l’Ospedale “Pugliese-Ciaccio” con funzione di Hub dell’area centrale per un totale di n. 736 posti letto normalizzati anziché 810 posti letto finora esistenti (di cui 579 dell’AO di Catanzaro, n. 150 dell’ AOU “mater Domini” e n. 73 della Fondazione Campanella) la riprogrammazione dei posti letto per acuzie per tali presidi dovrà integrarsi in modo da:

a) non avere duplicazioni di unità operative

b) ottimizzare l’utilizzazione dei posti letto ospedalieri anche per l’attività didattica,

 c) assicurare maggiore efficienza economica con la centralizzazione in un unico presidio delle cure e delle patologie oncologiche, quale centro di riferimento regionale”.

Appare fin troppo evidente che la nostra area risulta ampiamente penalizzata in tutte le specialità, scompare l’Oncologia a causa della presenza nella stessa città di Catanzaro di 3 strutture oncologiche e scompare anche la nefrologia, mentre l’U.O. di Malattie infettive viene declassata.

Non ci vuole molto per capire che il nostro territorio deve essere tributario di altre realtà o Istituzioni sanitarie, con le ripercussioni negative non solo sanitarie ma anche socio assistenziali per i cittadini di questa provincia.

Questo anche quando una U.O. come quella di Oncologia, piccola per dotazione organica e strutturale ma qualificata in tutte le sue componenti, ha lavorato e lavora nella ricerca continua e crescente di percorsi di qualità unanimemente riconosciuti.

Caro Presidente, come a Sua conoscenza la Sanità Vibonese è già sottoposta a regime di commissariamento da parte del Ministero degli Interni per cui la ASP è diretta da una terna di Commissari antimafia, che a prescindere dalle loro capacità manageriali e dalla sensibilità e conoscenza delle problematiche e dei bisogni sanitari di questo territorio, sono vincolati al loro mandato squisitamente tecnico-amministrativo, con ovvie ripercussioni sulle scelte di politica sanitaria strutturali e organizzative che rispondano alle esigenze dei cittadini.

Una riprova di ciò è data dalla bocciatura dell’Atto Aziendale da parte del Comitato dei Sindaci della Provincia, non solo per le scelte operate e i criteri adottati nella sua stesura, seguendo le rigide linee guida emanate dalla Regione Calabria, quanto perché con atteggiamento pilatesco non hanno ricercato, individuato e sostenuto le esigenze sanitarie di questa provincia.

Pertanto quest’Ordine alla mancanza di una linea politica aziendale riguardo la sanità vibonese deve registrare un regresso, un arretramento, anche di quello che è operativo e funzionalmente valido e di qualità, per ottemperare alle prescrizioni contenute nel Piano di rientro.

Caro Presidente, quest’Ordine non vuole e non può assistere passivamente, o con rassegnazione, allo scadimento della sanità nella nostra provincia, sia per riguardo ai Medici che vi operano, sia per il rispetto dovuto ai cittadini che, come tutti i cittadini appartenenti a questa nazione, in base al dettato costituzionale sono uguali e pertanto anche per essi vale il principio che la tutela della salute deve essere garantita con equità, efficienza e qualità.

Pertanto a fronte di tutto quanto espresso e rilevato, quest’Ordine attende fiducioso e speranzoso un incontro con la S.V. Ill.ma per avere rassicurazioni riguardo al futuro della Sanità nella nostra Provincia.

Distinti saluti.

Il Presidente

Dott. Michele Soriano

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